La nostra storia

Ci sono storie che nascono per caso, questa è una di quelle.

Dall’incontro nel 2012 con questi occhi vivaci, furbi, a volte tristi, spesso malinconici nasce Niños que Esperan, la Onlus delle mamme italiane a cui questi occhi hanno catturato il cuore. Capita, a volte, di sentirne parlare, molto spesso arrivano proposte di aiuto e sostegno, ci si presta un poco d’attenzione, poi si passa oltre. Troppe sono le richieste, i validi motivi, sempre più spesso anche vicini, eppure in alcuni casi restare indifferenti non è possibile. Quale sia la differenza fra gli incontri che lasciano il segno e gli altri non lo sappiamo. Ci piace pensare che esistano disegni che non sappiamo bene interpretare. Ci piace pensare che le strade della vita riservino opportunità che sembra attendano solo di essere colte. Vi vogliamo raccontare questo incontro e l’idea che da questo è scaturita.

Agosto 2012, tre famiglie in vacanza, ci invitano a visitare un orfanotrofio nella Repubblica Dominicana. Ci andiamo con i nostri figli. Scopriamo una realtà dura, difficile da accettare da genitori, complicata da spiegare ai nostri ragazzi. Eppure, oltre l’impotenza per la richiesta semplice di affetto di questi bambini senza famiglia, resta un grande desiderio di poter fare qualcosa, di rendersi utili. Aderiamo ad una formula speciale di adozione a distanza e portiamo con noi le aspettative di un bimbo che chiede una cosa sola: di ricordarci il giorno del suo compleanno per poter ricevere una telefonata di auguri. E’ una freccia dritta al cuore, inizia così una corrispondenza personale e fitta fino alla vacanza successiva.

La povertà, il degrado, le precarie condizioni igieniche in cui versa molta parte della popolazione di La Romana, cittadina ubicata nella Repubblica Dominicana, rendono l’orfanotrofio Niños y Niñas de Cristo un luogo in cui dare ai ragazzi una chance. L’orfanotrofio è una soluzione per molti di loro obbligata non avendo alcun sostentamento famigliare. Per altri è invece una decisione del tribunale che sopperisce così all’abbandono forzato di chi i figli non è in grado di crescerli. Non sono rare le richieste di genitori che lascerebbero i bambini in orfanotrofio pur di dare loro una possibilità di un futuro che non sono in grado di garantire.

Le strutture dell’orfanotrofio sono due, una accoglie i maschi, l’altra le femmine. Riescono a garantire un tetto, i pasti, e l’accesso alla scuola pubblica. I più capaci, quelli che si impegnano hanno la possibilità di ottenere un’istruzione migliore grazie alla formula delle adozioni a distanza e del sostegno a progetti specifici. Il progetto della fondazione che gestisce le strutture è chiaro: provvedere ai bisogni primari e fornire un’istruzione che consenta ai ragazzi domani di essere parte attiva della loro comunità. L’attività ormai ventennale dell’orfanotrofio fa registrare storie di successo: ragazzi arrivati alla laurea, entrati nel mondo del lavoro con competenze, preparazione, abilità specifiche. L’orfanato li ha saputi accompagnare e li ha guidati nel loro personale riscatto sociale: senza sostegno iniziale, senza affetti parentali sono stati capaci di riscrivere la loro storia.

Accanto alle storie di successo, c’è la fatica quotidiana di molti di loro che, senza un riferimento forte, faticano a trovare la motivazione per il loro personale riscatto e c’è una limitazione oggettiva: l’accesso alle cure non è garantito e i costi elevati impediscono il ricorso minimo alla medicina sia preventiva che curativa. C’è una grande necessità di darsi da fare, i ragazzi sono tanti, i bisogni anche. Per questo abbiamo deciso di darci da fare, di aiutarli, di farci carico dei loro bisogni, di raccontarvi di loro.

Beatrice, Bettina, Mara, Monica e Stefania

Niños Que Esperan - La nostra storia

Due sedi, entrambe a La Romana:

Orfanotrofio femminile, che ospita 45 ragazze

Orfanotrofio maschile, che ospita 40 ragazzi